Scrivere su a n c  o è una sfida più dura di quanto mi immaginassi.

Nonostante le ore passate a parlare delle motivazioni che ci hanno portato a lanciarci in questo progetto (tra noi e con le persone intorno a noi), scrivere su una piattaforma diretta alle persone della mia città mi costringe a una presa di consapevolezza più difficile ma necessaria.
Perché esiste a n  c   o? Qual è il vero obiettivo di a n  c   o? Cosa vogliamo costruire? Come mai abbiamo deciso di iniziare? Dove ci porta questo progetto? Serve davvero a qualcosa? La cittadinanza apprezza? Se ne accorge? Cosa ne pensano gli artisti? Come mai accettano di venire ad esporre ad Ancona? Dovremmo fare di più? Dovremmo fare di meno?
Queste sono solo alcune delle domande che mi pongo e che ci poniamo costantemente, e che vorrei fornissero da scaletta per quello che sto per scrivere.

Prescindendo dal valore artistico ed estetico che in maniera soggettiva possiamo (o non) attribuire ad a n  c   o e alle opere che espone, ritengo che questo progetto sia interessante perché riassume aspetti molto diversi della nostra città e perché riesce a stimolare delle riflessioni su un argomento (l’arte contemporanea e nello specifico l’arte contemporanea emergente) che rischia sempre di più di essere lasciato in disparte in un capoluogo di regione che di certo può essere distratto da problemi più “concreti”.

Nel 2020 quando ci siamo resi conto che il nostro progetto si stava concretizzando, ci è parso ovvio che il nome dovesse richiamare la città che ci ospita. Inizialmente ci siamo decisi per An/Contemporanea ma poi con grande naturalezza lo spazio è diventato a n  c   o, una specie di sigla/soprannome. La scelta è stata quasi inconsapevole ma ci siamo poi resi conto che il richiamo ad Ancona non è tanto un omaggio alla nostra città di origine, quanto piuttosto un modo per identificarci, per sottolineare quanto sia importante per noi essere dove siamo: siamo distanti ma ci siamo.

Essere ad Ancona per noi ha originariamente voluto dire “riempire un vuoto” una mancanza che io e i miei soci (cresciuti tra Ancona e Osimo) abbiamo sofferto in adolescenza e colmato trasferendoci tutti e tre a Milano. La narrazione iniziale era quindi quella di “fare del bene”, “dare alla città quello che non abbiamo ricevuto noi da lei”, sfruttando le conoscenze e le competenze acquisite allontanandocene.

Con il tempo ci siamo resi conto che invece essere ad Ancona è una opportunitàSe avessimo aperto uno spazio d’arte a Milano, con la stessa filosofia e la stessa programmazione, l’interesse verso di noi sarebbe stato diverso, più distratto dalla molteplicità di realtà simili alla nostra che avremmo avuto intorno.
Quando raccontiamo agli artisti cosa facciamo e dove lo facciamo, l’entusiasmo misto a sorpresa che ci dimostrano e che esprimono quando vengono a vedere lo spazio e la città per la prima volta, ci conferma di quanto sia importante continuare su questa strada. 

a n  c   o può dirsi quindi la concretizzazione di un entusiasmo per la decentralizzazione e di una necessità di dare voce, spazio e visibilità alla nostra città. È questa dicotomia, tra la mancanza e l’opportunità, che sostiene il nostro progetto.
Le sfide da affrontare sono ovviamente ancora molte e manca ancora tanto per dirci soddisfatti e fiduciosi, ma siamo consapevoli di aver già fatto enormi passi avanti rispetto a quando abbiamo iniziato nel 2021 e speriamo che la città di Ancona, pur con le sue molte complessità e contraddizioni, continui da un lato a farci sentire a casa e allo stesso tempo a spronarci a fare –e a chiedere- sempre di più.

 

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Inaugurato nel 2021 a n  c   o è uno spazio che promuove il decentramento della cultura attraverso mostre ed eventi, dove giovani artisti internazionali emergenti sono invitati a contribuire con opere inedite.
La prossima mostra personale di Caroline Poggi & Jonathan Vinel Inaugura venerdì 21 giugno, dalle 18 alle 21, in Via Giordano Bruno 35, Ancona.
Tutti i contatti sono sul sito a-n-c-o.com
a n  c   o è resa possibile grazie al continuo supporto di ANCONABOX