Sabato 6 luglio, nella cornice della Biblioteca Amatori di Palazzo Benincasa, la nostra Scuola di cultura politica “Via Sottomare” ha ospitato la professoressa Valeria Termini¹, per discutere di clima, rischi ambientali e politiche energetiche.

La presentazione della nostra ospite, intitolata Il clima: interesse convergente per un mondo multipolare, ha fornito dati ed elaborazioni sulle responsabilità e la preoccupante crescita delle emissioni di CO2, sulle cause antropiche relative alle fonti di energia utilizzate, sulle dipendenze produttive e le fragilità globali, anche in connessione ai legami finanziari.  Non è possibile riportare qui le molte informazioni tecniche evidenziate –né lo consentirebbe la mia diversa competenza professionale–, ma credo sia utile condividere alcuni spunti di riflessione emersi dalla lezione e dalla ricca discussione instaurata con il pubblico dell’incontro, composto da Studenti e Amici della Scuola:

  • la necessità che non solo le giovani generazioni dei Paesi sviluppati, ma anche quelle del resto del Mondo, siano sensibilizzate (e sensibilizzino) sulla/e transizione/i in corso²;
  • la correlazione tra le diverse capacità delle amministrazioni pubbliche, centrali e locali, e l’efficacia della risposta alla transizione climatica³; 
  • l’opportunità della contaminazione tra la cultura orientale e quella occidentale –a cui non siamo abituati–, che possa tenere insieme “l’armonia del cosmo” e la “valorizzazione dell’individuo”;
  • l’esigenza di un’azione e di un ripensamento globale di fronte a oligopoli come quelli relativi alle c.d. “terre rare”, sia in termini di Paesi detentori delle materie prime che delle pochissime società estrattive;
  • il richiamo dei valori europei alla base del Green Deal che, se pur non esente da critiche, avrebbe forse dovuto consigliarci una rilettura dei padri fondatori dell’Unione Europea, invece che meritare esasperati attacchi in occasione delle elezioni europee 2024;
  • le attese riposte nell’innovazione e nella ricerca scientifica, in quanto uniche vere speranze per una risposta significava alla crisi climatica, soprattutto per quanto riguarda la transizione energetica⁴;
  • l’essenziale pro-memoria di affiancare ad una risposta e un approccio top-down (come sono le prescrizioni imposte dai regolamenti UE direttamente applicabili in ciascuno Stato membro) anche fondamentali iniziative bottom-up (di cui esempio un paradigmatico sono le comunità energetiche rinnovabili⁵), correndo altrimenti il rischio di contraccolpi pericolosi (come si è visto, purtroppo, con il fallimento di alcune misure del Green Deal).

Quest’ultimo punto, che mette in evidenza il ruolo cruciale delle comunità locali e nelle iniziative territoriali, è poi ritornato nelle discussioni con la professoressa Termini a latere dell’incontro, fino ai nostri saluti nel piazzale della Stazione di Ancona. Comprendiamo quindi ancor più che quella sul clima non è una lezione su qualcosa che accade altrove. È fondamentale anche per Ancona e per riflettere sul rapporto che noi Anconetani abbiamo con il nostro ecosistema. 

La nostra è una città anfibia, tra terra e mare⁶. In questo ambiente respiriamo, ci muoviamo e soddisfiamo le nostre necessità. È a questo ambiente che apparteniamo, con qualche lamentela caratteristica, ma con fierezza. E allora, agire per la tutela, la cura e la valorizzazione di questo ambiente, per dirla con Mazzini, è per noi un dovere⁷.

Tutti noi Anconetani dobbiamo esprimerci e agire con coraggio, in alcuni casi avviando dei processi, in altri dando maggiore vigore a direzioni già intraprese: per la protezione della costa, la tutela degli ecosistemi e della biodiversità marina tramite azioni regolamentate; per un reale monitoraggio dell’inquinamento dei fiumi del territorio; per mappare e incrementare il verde urbano, anche applicando quanto già previsto dalla normativa; per sensibilizzare sull’importanza delle comunità energetiche, della velocizzazione del processo di elettrificazione delle banchine portuali, dell’attenzione alla sostenibilità nell’ambito della logistica; per una sempre più continuativa e strutturata sinergia tra amministrazione e Università; per una gestione efficiente e condivisa del ciclo integrato dei rifiuti; per chiedere che vengano diffuse e (ove presenti) valorizzate le prassi virtuose in materia ambientale di  imprese e stakeholders del territorio.

Insomma, dobbiamo coltivare il nostro giardino. Perché, se è vero che siamo anfibi, non sarebbe comunque vita quella che respireremmo nella palude

 

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¹ Valeria Termini, professoressa di economia politica, è attualmente titolare degli insegnamenti di “Economia e regolazione dei mercati dell’energia per uno sviluppo sostenibile” nella Università di Roma Tre, Senior Fellow della LUISS School of European Political Economy (SEP), Consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) e membro dell’Advisory Board della Fondazione Leonardo e di E&Y. È stata commissario dell’Autorità per energia reti e ambiente (tra il 2011 e il 2018) e vicepresidente del Council of European Energy Regulators. È stata nominata da Ban Ki Moon nella commissione dei 24 esperti delle Nazioni Unite per la definizione dei Millennium Development Goals (CEPA).
² Iniziativa degna di nota su questo punto è la presenza dei International Youth Climate Delegates e dello Youth Hub alla COP28, segno anche dell’importante passaggio dalla fase della protesta alla fase della proposta
³ Su questo fronte, un riferimento importante sono i progetti condotti da Epson, disponibili qui https://archive.espon.eu/projects/espon-2020/monitoring-and-tools/climate-data-and-maps-update.
Informazioni su progetti in corso (anche in Italia) e possibili scenari sono stati recentemente riportati dalla prof. Termini nell’interessante contributo: TERMINI V., La politica energetica dell’Unione Europea, in AA.VV, Europa Tra Presente E Futuro, Treccani, 2024.
⁵ In breve, si tratta di “associazioni” tra soggetti pubblici e privati (cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali, piccole/medie imprese, ecc.) che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale (in principio disciplinate dalla Direttiva Europea RED II, 2018/2001/UE)
⁶ Il riferimento è alla guida Nonturismo di Ancona recentemente pubblicata (2024), edita da edicicloeditore, ideata da Sineglossa e curata da Wu Ming 2. La guida è frutto di un processo collettivo di esplorazione e racconto della città iniziato a febbraio 2023, quando alla Mole oltre cento abitanti hanno partecipato a un laboratorio di creazione dello spirito del luogo, disegnando Ancona come se fosse un essere vivente. Grazie al prezioso sguardo dello scrittore Wu Ming 2, la città anfibia è stata l’immagine risultato di quell’incontro e il tema comune degli itinerari tracciati dalla guida.
⁷ Il riferimento è ovviamente a I doveri dell’uomo, scritto che dovrebbe essere fondamentale per tutti noi.