Caro Diario,
molti si chiedono se il consiglio comunale oggi sia davvero l’Istituzione più importante di ogni città, l’assemblea rappresentativa dei cittadini, dove si indirizza e controlla l’azione politico-amministrativa del Comune o se, dalla riforma del sistema elettorale in poi, si sia ridotto ad un mero luogo di ratifica delle scelte e degli indirizzi di chi comanda, privo di autonomia e ruolo, svuotato di poteri effettivi.
Proverò a dirti la mia, raccontandoti da oggi e per ogni venerdì anche cosa lì accade, quali argomenti vengono trattati, quali sono i riti, le curiosità che lo popolano e che cosa succede nelle commissioni tematiche che si riuniscono per approfondire atti e proposte.

Sono passati dieci mesi dalla mia elezione. Un tempo che è servito anche a me, neofita alla prima esperienza, per capire meglio e a prendere la giusta misura. Una cosa però l’ho capita subito. Da fuori c’è una percezione molto modesta di quanto succede in quell’aula del Palazzo del Popolo. E questo contribuisce non poco alla diffusa sensazione di sfiducia nel ruolo dell’Assemblea in sé e del lavoro dei singoli consiglieri. Lavoro, quest’ultimo, piuttosto complesso e faticoso a dirla tutta. Ma bello e appassionante, questo si.

Intanto alcuni numeri. Nel consiglio siedono, oltre al Sindaco, 20 consiglieri di maggioranza e 12 di minoranza (i nomi e i profili li trovate qui).
Beh, con questi numeri, si direbbe, è piuttosto difficile fare opposizione. Per di più se la grandissima parte di quei 12 non ha mai fatto opposizione ed è stata sempre seduta dall’altra parte parte, dove ora siede chi comanda. In realtà il ruolo della minoranza è importantissimo. E lo ancor di più (questa è l’altra cosa che sto imparando) se l’opposizione affronta il suo compito non guardando indietro, in una strenua difesa del bel tempo che fu e di chi fino a ieri governava (perché quella parte -ed io con essa- ha perso le elezioni) ma proiettandosi in avanti, affiancando al sacrosanto gioco delle parti, una capacità di lettura del presente e di proposta in una città che ha urgente bisogno di risposte complesse e difficili. Ecco su questo c’è ancora un po’ da lavorare.

Dalla prossima settimana entrerò un po’ di più nel merito degli argomenti di cui discutiamo in aula. Ma ci sono un paio di cose, caro diario, che voglio raccontarti subito. La prima è che c’è una ritualità istituzionale che a me piace molto. Forse sarà perché a tutti sembra di stare un po’ in Parlamento, o ancor di più per il rispetto che portiamo all’Istituzione, ma è un gran fiorire di grazie Presidente, gentile Collega, signor Sindaco, egregio Assessore (salvo poi, in alcune occasioni assai meno garbate, veder emergere il vero pensiero di ciascuno di noi…).

La seconda riguarda il simpatico meccanismo delle interrogazioni. Degno di un sistema ferocissimo e senza pietà. Salvo questioni preliminari, infatti, il Consiglio si apre con le interrogazioni. Che cosa sono? Sono delle domande orali (in teoria su questioni urgenti ma in realtà vale un po’ tutto) che i consiglieri hanno diritto di fare alla giunta e alle quali la giunta è tenuta a rispondere. Funziona così: il consigliere ha due minuti per fare la domanda, il Sindaco o l’Assessore tre per la risposta, e poi il consigliere una per la replica. Ma come si sceglie chi ha diritto di fare le interrogazioni? Perché c’è un tempo limitato, c’è solo un’ora di tempo e ce ne stanno massimo dieci. E come fa la giunta a sapere che cosa gli verrà chiesto e da chi?
Il meccanismo di selezione è micidiale. I consiglieri hanno tempo solo dalle ore 9 alle ore 11 del giorno prima del Consiglio per inviare via mail alla segreteria la richiesta di interrogazione e l’oggetto della stessa. I primi 10 che appaiono sul server del Comune avranno diritto di parlare. Cioè le dieci mail che arrivano prima vincono.

Allora è facile immaginare che cosa accada la mattina prima del consiglio. Tutti li a contare i secondi che mancano alle ore 9 per premere invio e mandare la mail. Nervosismo alle stelle, scene di fantozziana memoria e utilizzo delle tecniche più bizzarre per arrivare prima degli altri. Chi si affida a software sofisticatissimi, chi manda alle 08:59 perché è convinto che per arrivare sul computer della segreteria del consiglio la mail ci metta un paio di minuti, chi manda la stessa mail più volte tra le 08.58 e le 09.01. Chi contesta che il server del Comune sia governato da un algoritmo che ubbidisce solo al Vicesindaco Zinni e che esclude le mail della minoranza di sinistra. Psicodrammi non da poco per chi arriva undicesimo. Pratica disumana, fonte di stress e drammi collettivi. Ma a cui tutti ci sottoponiamo. Perché, caro diario, devi sapere due cose. La prima è che all’inizio del consiglio c’è sempre la stampa. Beccare la domanda giusta significa finire sul giornale. La seconda è che le interrogazioni servono a soddisfare le richieste immediate dei propri bacini elettorali facendosi portavoce di richieste per finire i lavori di piazza Tizio, coprire la buca in via Caio, sistemare l’altalena del parco Sempronio,  etc. etc.

Beh ora vado a prepararmi per il prossimo consiglio che sarà mercoledì 24 aprile (ah, a proposito, si può seguire in diretta anche da questo canale Youtube), ma venerdì tornerò per cominciare a raccontarti un po’ di più di quel che succede in quella gloriosa aula.