Per chi ama la scrittura incontrare un collettivo come la Carboneria Letteraria è davvero festeggiare Natale tutti i giorni, pagina dopo pagina.
Un gruppo ampio che negli anni ha mutato nei numeri e nei percorsi, nei temi e nella scrittura. Un gruppo amplissimo, marchigiano e non soltanto, che in forma di scrittura collettiva o con singoli racconti ha riempito gli scaffali di notevoli testi.
Fatiche noir, come lavori di fantascienza. Dei tanti soggetti e “brutti ceffi” che animano il gruppo, oggi con questa rubrica vogliamo omaggiare la splendida e fortissima Manuela Maggi, che ci ha lasciato da poco.
Manuela amava scrivere e illustrare libri, ha scritto racconti sapidi e taglienti come Suor Cecilia (in NeroMarche), ma anche lavorato al cosmico e pazzesco Maiden Voyage.

Vi segnaliamo le splendide parole che usò per lei Salvatore Proietti nel recensire la raccolta noir:
“Una menzione d’onore la riserverei a Maggi, un Gian Burrasca al femminile, sobrio ed esplosivo, che potrebbe diventare il nucleo di un horror-thriller unico; non ci sono elementi splatter, ma basta l’età della protagonista a fornire un abbondante surplus di crudeltà”.

Ecco la scrittura della Maggi è così: esplosiva e geniale, ma sempre al servizio di una trama che convinca. Inventiva e precisione per ogni racconto creato.
La scrittura ha reso il legame tra la Maggi e gli altri “Carbonari” davvero speciale: ricordo di aver assistito a diverse presentazioni del gruppo e si respirava una straordinaria armonia tra di loro. Risate e prese in giro, chilometri di parole lette e mondi immaginari tutti dipanati davanti agli occhi. Ascoltare le parole di Manuela, vedere la genesi di quella scrittura e passione per la condivisione è stato un regalo prezioso che da libraia cittadina mi sono potuta permettere.
Manuela Maggi, era anche architetto e yacht designer; illustratrice e curatrice di rassegne. Dopo aver studiato a Firenze e lavorato a Parigi per una decina d’anni, si era ristabilita ad Ancona e da qui aveva intessuto questi legami con le parole e i libri. Ricordiamo il suo fantastico contributo in Neromarche, Frittology, Onda D’abisso, Project Octopia, Marche in Noir, Lo sport in rosa, Fedeli al mito, Diritto al cuore, Maiden Voyage, Alla periferia della galassia stanca, La scrittura uccide.

E’ delicata e preziosa questa richiesta di recensione dell’opera di Manuela da parte di Ancona A colori: delicata per l’amicizia che lega Manuela a tante persone in città, che mi sembra quasi invadente parlarne io che solo l’avevo sfiorata come libraia-lettrice, ma preziosa perchè posso omaggiare una grande donna in uno degli aspetti più sinceri, ma anche intimi della sua personalità: la scrittura. Mai potrò parlare della sua scrittura al passato, perchè è troppo esplosivo il suo modo di “parlarci” che rimane sempre qui.


Ecco quindi un incipit per incollarvi alle sue parole:

Te lo voglio dire.
Devi tacere, fino alla fine della storia.
Non mi devi parlare, non devi interrompere la lettura, non mi devi domandare nulla.
Non devi rispondere al cellulare, anzi spegnilo.
Non puoi neanche alzarti per andare in bagno.
Se cominci a leggere questa lettera voglio essere sicuro che arriverai alla fine.
Voglio tutta la tua attenzione, perchè ho bisogno di elaborare i fatti seguendo il filo temporale degli accadimenti che mi hanno costretto ad agire così.
Solo a te lo voglio dire, perchè noi eravamo sempre insieme quel periodo e ti ricorderai tutte le vicende, una per una, rivivendole da una nuova prospettiva.
Quella che ti racconto io.

(da La Scrittura uccide_Homo scrivens 2019)

 

Ecco, per chi ama la scrittura: Manuela Maggi.