Piano San Lazzaro è un quartiere poco sicuro perché ci sono troppi stranieri? O piuttosto sono i giornali ad enfatizzare certe notizie di cronaca con quei titoloni ad effetto che alimentano paura e diffidenza? In ogni caso il problema non è nuovo e già nel secondo Dopoguerra, quando l’immigrazione non era ancora un tema all’ordine del giorno, il Piano era un posto poco raccomandabile, dove di notte si aggirava addirittura… un Lupo Mannaro! E i giornali non mancavano ovviamente di darne notizia. Qui di seguito riportiamo un irresistibile articolo del Giornale dell’Emilia datato 12 novembre 1948 in cui si dà voce ad un testimone oculare, il quale (dopo essere uscito dall’osteria!) ha avuto un incontro a tu per tu con il mostro. Altro che bengalesi!

L’articolo è tratto dal libro “La città in cantiere” di Michele Polverari (Ed. Il Lavoro Editoriale), che ripercorre la storia di Ancona dal dopoguerra ai primi anni Sessanta attraverso le cronache del tempo, spesso curiose e spassose come questa, ma sempre interessanti.

 

“Nel quartiere di Piano San Lazzaro tutti parlano di un lupo mannaro che si aggira notte tempo per le vie più solitarie, fra le macerie dei fabbricati sinistrati emettendo sinistri ululati ed agitando un nodoso bastone. Molti dicono di averlo sentito, alcuni anche di averlo visto rincasando a tarda ora. È un lupo mannaro zoppo, affermano questi ultimi, sembra che proceda a balzi ed è veloce come un autentico lupo. E non si tratta soltanto di voci. Un impiegato che abita nelle nuove case popolari, nei pressi di Piazza Ugo Bassi, si è presentato l’altro giorno alle autorità di polizia per affermare che la sera precedente uscendo da una osteria di Valle Miano, si era imbattuto nel lupo mannaro. Era proprio lui e procedeva a salti felini ed agitava una specie di clava “abbaiando –sono le parole dell’impiegato– come un cane arrabbiato”.