Molti si chiedono se il consiglio comunale oggi sia davvero l’Istituzione più importante di una città, l’assemblea rappresentativa dei cittadini, dove si indirizza e controlla l’azione politico-amministrativa del Comune o se, dalla riforma del sistema elettorale in poi, si sia ridotto ad un mero luogo di ratifica delle scelte e degli indirizzi di chi comanda, privo di autonomia e ruolo, svuotato di poteri effettivi.
Proverò a dire la mia, raccontando sul diario ogni venerdì cosa lì accade, quali argomenti vengono trattati, quali sono i riti, le curiosità che lo popolano e che cosa succede nelle commissioni tematiche che si riuniscono per approfondire atti e proposte.

caro Diario,
sono stati giorni di stanca, questi ultimi, per i lavori consiliari. Ci sta. Ravvivati, ad onor del vero, solo da un acceso scontro in commissione bilancio tra il capogruppo di Fratelli d’Italia Jacopo Toccaceli ed il vicesindaco Giovanni Zinni, anch’egli autorevole esponente dello stesso partito.
Il Toccaceli ha accusato la giunta di non dare seguito alle decisioni del consiglio, rivelando così non solo l’inefficienza di chi governa, ma anche un mancato rispetto e ossequio dell’indirizzo politico che il Consiglio Comunale è chiamato a dare e la giunta ad eseguire.
Insomma, apparentemente, potrebbe leggersi come una strenua difesa delle prerogative del Consiglio ed uno sprono alla Giunta.

Ma è stato davvero così?
Più che un gentile richiamo è stato un vero e proprio azzanno al polpaccio, a sangue freddo e con il ditino puntato. Tanto da gelare un po’ tutti e da far barcollare un poco anche l’assai navigato Zinni. Toccaceli è ragazzo robusto e il suo gancio destro rischia di far male. Per di più se a microfoni aperti, in una seduta pubblica e con la stampa in ascolto (che difatti nei giorni successivi ci ha ricamato sopra non poco).
Tant’è che il vicesindaco, buon incassatore per carità, vista la mala parata non ha saputo far altro che minacciare una confusa ritorsione chiedendo accigliato la copia integrale del verbale della seduta (ma per farne che poi? per portarla ai piani alti?).

Siamo vecchi di caffè, diceva quel tale, a dire che di cose se ne sono viste e l’esperienza, soprattutto in politica, insegna che certe faccende non avvengono per caso. La verità è che la maggioranza che governa la città è ai ferri corti al suo interno. Il partito più rappresentativo, Fratelli d’Italia, è quello più sfiancato da lotte e correnti interne. A Zinni certo alcuni non hanno mai perdonato le mille entrate e uscite di comodo dal partito con capriole politiche da Alemanno alla Lega, ma nel complesso il clima è freddo e gelido un po’ ovunque.

Problemi loro, mi si dirà. Anzi, buon per te che sei all’opposizione…
Mica tanto, dico io. Per la città non va bene.

La situazione mette il Sindaco in una posizione difficile, sempre più impegnato a soddisfare appetiti, richieste e lotte fratricide tra i suoi alleati. Costretto spesso a subire imposizioni (lo abbiamo visto con la formazione della giunta che ha numerosi punti deboli, lo vediamo con le nomine) a gestire le liti tra i suoi assessori, bloccato da una situazione dove lo stallo amministrativo è continuamente dietro l’angolo e, ormai, in più occasioni ahimé, davanti alla porta.
Il Sindaco cerca di compensare certo. Da un lato allungando all’opinione pubblica annunci e promesse, dall’altro mantenendo inalterata la sua oggettiva capacità e disponibilità all’ascolto ed al confronto, trincerandosi dietro quella poi non così malvagia arte democristiana del fare politica.
Ma tutto ciò non sembra affatto (e non può) essere sufficiente.

La sua debolezza politica all’interno della compagine di governo appare a molti sempre più evidente. L’episodio avvenuto in commissione lo dimostra. I toni si stanno alzando, il freddo interno alla giunta aumenta, nonostante la primavera.
Non sono però buoni segnali per la città, che cresce se c’è un governo in piena attività e una opposizione in grado di contrastarlo sulla base di quello che fa male, o che non fa, e non certo per le sue liti interne.
Altrimenti è la stasi e l’insoddisfazione generale, e questo alla lunga travolge un po’ tutti.