Cosa sta succedendo al calcio marchigiano?
Vedendo le classifiche delle varie categorie c’è davvero poco da gioire.
L’Ancona salva alla fine di una stagione quasi fallimentare è solo la punta di un iceberg che vede veramente poche piazze sorridere. In serie B l’Ascoli è con un piede nella fossa della lega Pro*, con buona pace di chi attende un derby da tanto tempo, ma non certo in serie C.

In lega pro oltre alla Fermana, in coda alla classifica e direttamente in serie D, saranno Vis Pesaro e Recanatese a giocarsi la permanenza ai playout.
Ricapitolando: di 4 squadre marchigiane in terza serie, una si è salvata al fotofinish, una è retrocessa “senza passare dal via” e un’altra presto andrà a farle compagnia.

Nelle serie minori non è che la musica sia diversa. La Sambenedettese dopo un avvio di stagione spumeggiante dovrà accontentarsi dell’inferno dei playoff, il Fano è retrocesso in Eccellenza e sembra essere destinato addirittura a sparire. Vedremo cosa accadrà con la Civitanovese neopromossa.

È come se il calcio che “conta”, senza nulla togliere ai campacci di periferia che chi scrive predilige, se non altro per l’autenticità ancora si respira, abbia una “crisi di rigetto” verso la nostra regione. I tempi del gran calcio marchigiano con “altalene” tra serie cadetta e addirittura massima serie sembrano fantascienza ed ecco che il pallone della nostra terra sembra essere l’ennesima vittima di uno sport sempre e solo schiavo del mero profitto, altro che “gioco” della gente. Eppure ad ogni europeo, ad ogni mondiale, una società che campa di ricordi come la nostra guarda con nostalgia alle notti magiche simbolo di quel calcio, che almeno sembrava parlare di verità e di sogni, più che di soldi. Speriamo solo che il calcio non sia lo specchio di questa regione in caduta libera per quanto riguarda tanto altri aspetti molto meno ludici.

 

* nella notte di venerdì è arrivato il verdetto: Ascoli in C dopo 9 anni