Molti si chiedono se il consiglio comunale oggi sia davvero l’Istituzione più importante di una città, l’assemblea rappresentativa dei cittadini, dove si indirizza e controlla l’azione politico-amministrativa del Comune o se, dalla riforma del sistema elettorale in poi, si sia ridotto ad un mero luogo di ratifica delle scelte e degli indirizzi di chi comanda, privo di autonomia e ruolo, svuotato di poteri effettivi.
Proverò a dire la mia, raccontando sul diario ogni venerdì cosa lì accade, quali argomenti vengono trattati, quali sono i riti, le curiosità che lo popolano e che cosa succede nelle commissioni tematiche che si riuniscono per approfondire atti e proposte.

Caro Diario,
perdonami se la scorsa settimana non mi sono fatto vivo, mi son preso qualche giorno di pausa. In compenso, manco farlo apposta, nell’ultimo periodo il ritmo dei lavori dell’Aula si è rialzato, molte commissioni, due consigli e un altro in arrivo per il prossimo 29 maggio.

Si è parlato di tutto, dal “regolamento per la tutela del benessere degli animali e la loro convivenza con i cittadini” all’abbattimento di vecchie edicole (Via Veneto), dai centri estivi, all’accesso alle attività economiche delle persone con disabilità e molto altro. Nel consiglio scorso, quello del 14 maggio non sono mancati momenti accesi. Uno scontro di ottima fattura (se non altro a livello di urla) tra la capogruppo del PD Susanna Dini e l’Assessore Tombolini, tornato agli show dei vecchi tempi. Per alcuni, infatti, ha riportato, a lancette rovesciate, l’Aula indietro di qualche anno, quando da consigliere di opposizione Tombolini si scagliava contro gli scranni del centrosinistra con frasi non proprio adatte all’ora del tè in età Vittoriana.

A dire il vero, anche chi ti scrive non si è risparmiato un’accesa critica (politica naturalmente) all’operato dell’Assessora Anna Maria Bertini. Durante la fase delle interrogazioni, nella replica che è concessa al consigliere dopo la risposta, l’ho definita una sventura per le politiche culturali del capoluogo. Ammetto, fraseggio non elegantissimo (e me ne scuso se è stata presa sul personale) ma politicamente ineccepibile visto quello che sta accadendo alla cultura della città di Ancona.

Screzi a parte, vorrei oggi parlarti di due questioni davvero importanti che sono giunte sui banchi del Consiglio. Non ho tempo e modo qui di approfondirle come si dovrebbe, ma son certo che ci torneremo sopra nei prossimi giorni. La prima riguarda la prossima variazione di bilancio. La giunta continua a prelevare soldi dalle casse delle partecipate. In particolare si è discusso dell’ennesimo prelievo dalle riserve di AnconaAmbiente. Asportazione n. 2 dell’era Silvetti – in soli tre mesi – e siamo già ad un milione e mezzo. Tutti gli altri comuni soci hanno -giustamente- espresso una forte preoccupazione per la situazione patrimoniale dell’ente che si appresta a giocare la partita della vita: diventare il gestore unico del ciclo integrato dei rifiuti per tutta la provincia di Ancona.
Si teme che l’ennesimo prelievo peggiori gli indicatori patrimoniali della Società indebolendola. Il Comune di Ancona, forte di oltre il 90% delle azioni tira dritto e impone agli altri la linea. Ma rimane da solo. Tre comuni soci gli votano contro (Fabriano, Cerreto d’Esi e Chiaravalle), due si astengono (Serra dei Conti e Sassoferrato).
Nelle sua risposta alle interrogazioni della minoranza, il Sindaco si è mostrato nervoso e indispettito e l’ha buttata (manco a dirlo) sulla pregiudiziale politica a fronte invece di precise contestazioni tecniche. E già si sa che, nella prossima manovra di variazione del bilancio, altre importanti risorse arriveranno dalle casse di AnconaServizi (ex Mobilità & Parcheggi).

Tutto questo denota una linea pericolosa: usare le partecipate come bancomat, ma per sostenere spese del Comune che hanno però tutt’altra natura e scopo.
Caro Diario, come già ti ho scritto, il tema del reperimento delle risorse, è oggi Il Tema per ogni Ente locale. Pensare di risolverlo così, spolpando le casse delle società partecipate, è il modo peggiore di affrontarlo. Perché il tempo ti chiederà conto di questo e sarà un conto salatissimo. Ma la linea è tirare a campare e domani si vedrà. Anche qui il parallelismo con quanto accade in Regione e a Roma mi pare d’obbligo.

Ti saluto accennando solo all’altro argomento, una discussione che si è aperta in Aula grazie ad una mozione presentata dalla maggioranza (primo firmatario Vincenzo Rossi) che impegna il Sindaco a (la faccio breve) passare il Parco del Cardeto sotto la tutela del Parco del Conero. Tema complesso e di per sé molto interessante. Affrontato dalla destra con una semplice affermazione: s’ha da fa’. Rifiutando ogni ragionamento sulle questioni tecniche, giuridiche e gestionali che il destino di un’area urbana così importante e bella imporrebbe. Approfondimento richiesto infatti con un emendamento alla mozione presentato dalla minoranza che però manco è stato accettato dal proponente (e dunque non votato dall’Aula). Ma tant’è. Di sicuro ce ne occuperemo di farlo noi qui su A.

Evidentemente per la maggioranza l’importante è fare l’annuncio. Se e come poi fare le cose al meglio, qualcuno ci penserà.