Molti si chiedono se il consiglio comunale oggi sia davvero l’Istituzione più importante di ogni città, l’assemblea rappresentativa dei cittadini, dove si indirizza e controlla l’azione politico-amministrativa del Comune o se, dalla riforma del sistema elettorale in poi, si sia ridotto ad un mero luogo di ratifica delle scelte e degli indirizzi di chi comanda, privo di autonomia e ruolo, svuotato di poteri effettivi.
Proverò a dire la mia, raccontando sul diario ogni venerdì cosa lì accade, quali argomenti vengono trattati, quali sono i riti, le curiosità che lo popolano e che cosa succede nelle commissioni tematiche che si riuniscono per approfondire atti e proposte.

Caro diario,

di ritorno dalla manifestazione del 25 Aprile, riflettevo che, da lì a poco, ti avrei raccontato le vicende di un consiglio comunale democraticamente eletto e che lo avrei fatto su una rivista, nata per libera iniziativa di alcuni cittadini, dove è possibile argomentare, criticare, liberamente dire e affermare il proprio pensiero. Ecco pensavo proprio questo.

Veniamo ora a noi. L’ultimo Consiglio comunale si è riunito il 24 aprile. Eccoti la convocazione e l’ordine del giorno ed eccoti anche il prospetto delle interrogazioni urgenti così capisci di quante cose ci occupiamo. La maggior parte, come vedi, sono mozioni o ordini del giorno.

Le mozioni sono atti che, se approvati dall’aula, impegnano la giunta ad adottare determinati provvedimenti (per farti un esempio te ne racconto una di quelle approvate all’unanimità: “Divieto rilascio di palloncini a tutela dell’ambiente” presentata dal Consigliere Francesco Andreani -lista Ripartiamo dai giovani- con cui si è chiesto all’amministrazione di adottare misure che proibiscano il rilascio delle “lanterne cinesi” e di tutto ciò che può causare un rilascio incontrollato nell’ambiente di palloncini a elio.)
Gli ordini del giorno invece sono proposte sulle quali il Consiglio Comunale deve prendere una posizione politica in merito ad un problema o argomento specifico. Possono essere anche collegati ad una deliberazione (che è l’atto con cui il Consiglio esprime ufficialmente la propria volontà su determinate materie di sua competenza).
E veniamo qui alla seduta di mercoledì 24. Si discute dell’arg. n. 135/2024 .
Una deliberazione consigliare di quelle toste per le tasche dei cittadini anconetani: “Approvazione delle tariffe della tassa sui rifiuti per l’anno 2024″. Tosta perché con essa è arrivata la stangata degli aumenti della TARI per i cittadini di Ancona.

Collegato a quella deliberazione è stato presentato un ordine del giorno (eccolo qui) -primo firmatario Diego Urbisaglia (lista “Ancona Futura”)- con cui, visto proprio l’aumento delle tariffe, si chiedeva (giustamente) all’amministrazione di adottare, nella prossima variazione di bilancio, una serie di agevolazioni per le famiglie e per le imprese, in particolare artigiani e piccoli esercenti, al fine di compensare o comunque lenire gli aumenti stessi .
E qui si è scatenata un po’ di bagarre.
La delibera è passata (con i soli voti della maggioranza) l’ordine del giorno collegato invece no. È stato invece approvato all’unanimità un altro ordine del giorno (eccolo qui) fiacchetto e debole (di quelli che non si negano a nessuno insomma) del consigliere Mandarano (lista Italia Viva) con cui si chiede che l’amministrazione proceda ad una valutazione più puntuale e a una riparametrazione equa degli aumenti della TARI.

Comunque il dato politico è che mentre in passato il Comune era intervenuto, in aggiunta alle agevolazioni ordinarie previste da regolamento, con fondi e strumenti propri di bilancio per mitigare gli aumenti della Tari a beneficio delle famiglie più fragili ed economicamente più svantaggiate, la giunta di destra non sembra affatto disposta a farlo. Al contrario ha appena utilizzato, a Marzo scorso, le riserve e il tesoretto di 714.000 € proprio di AnconaAmbiente (la società deputata appunto alla raccolta dei rifiuti, delle quali utilizzate dall’amministrazione) per una manovra di bilancio prevalentemente destinata a finanziare manifestazioni e eventi anziché utilizzarli per finalità legate alla gestione rifiuti, migliorandone il servizio, o per adottare sostegni aggiuntivi a famiglie e imprese.
Gia, bagarre e discussione dicevamo. Anche aspra. E per fortuna. Poi si è votato. E per fortuna. Grazie ai partigiani antifascisti che hanno consentito che tutto ciò possa avvenire.