Spesso ci siamo lagnati della mancanza di spazi in questa città. Spazi per la socialità, lo svago, la movida, spazi per l’arte, spazi per le biciclette, spazi per i bambini, spazi per studiare e lavorare. Ma il concetto di spazio non è solo fisico. Esistono altre esigenze di spazio: lo spazio per il confronto, lo spazio per la condivisione delle idee, lo spazio per la discussione che non si trasforma in rissa, lo spazio per l’informazione che non punta ad acchiappare clic o like, lo spazio per esprimersi liberamente.  Di tutti questi spazi la nostra città ha un bisogno impellente. Il paradosso è che la mancanza di spazi è spesso direttamente proporzionale all’abbondanza di contenitori vuoti e inutilizzati.

Ecco, quello che vogliamo fare con questo nuovo progetto è proprio creare un po’ di spazio.In fondo noi un contenitore ce lo abbiamo. Lo abbiamo chiamato rivista, fin qui lo abbiamo fatto di carta una volta l’anno, lo abbiamo coltivato con lentezza, ma anche con perseveranza.
Lo abbiamo inaugurato nel 2021, allora ci interrogavamo sull’impatto che la pandemia avrebbe avuto sul futuro delle città. Intorno a questa rivista abbiamo nel tempo riunito una bella comunità che si riconosce in determinati valori, nell’amore per la città, nella voglia di mettersi in gioco qui e non altrove.

Avevamo scelto il formato cartaceo perchè, anche simbolicamente, dopo tanti mesi di smart working, di dad, di call online, di appuntamenti sul balcone, avevamo voglia di riunirci e riconoscerci attorno a qualcosa di concreto e tangibile. Ma sapevamo sin dall’inizio che il formato cartaceo non ci avrebbe consentito appieno di calarci nell’attualità, nel quotidiano, nel qui e ora di un presente sempre più schizofrenico.
Ma intanto volevamo tracciare un solco, farci conoscere, attivare la chiamata.

Abbiamo un bel sito su cui pubblicare contenuti, abbiamo dei canali social e una newsletter (ci si iscrive qui) attraverso cui diramarli. Abbiamo un po’ di idee, cominciamo con queste: una rassegna stampa settimanale per tentare una lettura in profondità di come le cose vengono raccontate su giornali e media locali (in podcast: qui); un diario dal consiglio comunale affidato a Carlo Pesaresi, consigliere del Gruppo Ancona Diamoci del Noi, per provare a tradurre in parole semplici ciò che accade all’interno del “palazzo”, opinioni e commenti sui temi che da sempre sono al centro dell’attenzione di A, e poi una serie di rubriche su temi variegati: sport, mobilità, libri, eventi, eccetera.

Continueremo a disegnare la mappa dei tesori di Ancona, che sono quei gruppi di persone che si attivano per migliorare la città.
Parleremo di università, dei tanti laboratori di ricerca che operano nelle nostre facoltà, spesso all’insaputa dei cittadini.
Cercheremo in ogni modo di dare la parola a voi lettori, coinvolgervi, trascinarvi dentro.

Funzionerà? Sarà in grado il nostro contenitore di fornire almeno un po’ dello spazio che manca?
La sfida è di quelle difficili, il rischio è alto, l’alternativa era lasciare l’ennesimo contenitore vuoto, o sottoutilizzato. Invece decidiamo di aprire porte e finestre, accendere la luce e le insegne, mettere su un po’ di buona musica e cominciare a ballare.
Se vi va di unirvi a noi, portate qualcosa da bere.