Giovedì 9 maggio il teatrino di San Cosma ha ospitato la prima presentazione de “La città in cantiere. Ancona 1944-1960“, libro di Michele Polverari edito da Il Lavoro Editoriale

Il volume curato dall’ex direttore della Pinacoteca comunale traccia i lineamenti delle vicende politiche, sociali, economiche e culturali della città di Ancona dal dopoguerra alla fine degli anni Cinquanta, offrendo anche un’ampia cronistoria di 17 anni (1944-60) decisivi, con una ricca antologia di brevi passi tratti dalla stampa del tempo, illustrati con foto d’epoca, entrando nella carne viva della vita quotidiana: le coabitazioni, il contrabbando, i piccoli furti, i processi per le infedeltà coniugali, la Fiera della Pesca, un disco volante avvistato nel 1954, l’alluvione del ‘59. Ma anche i veglioni, i primi tentativi di riassaporare la vita civile come le mostre, il teatro amatoriale, lo sport, i festival della canzone, sullo sfondo dei fatti di cronaca più noti: le bombe di Cannarozzo al cinema Metropolitan nel 1955, la scandalo della “dama bianca” di Fausto Coppi, le speranze dell’Anconitana in serie B, il “lancio” di uno sconosciuto Adriano Celentano al Festival adriatico della canzone del 1959.

Di seguito, un’anticipazione del libro a tema scuola, con un articolo tratto dal Resto del Carlino del 13 luglio 1960 commentato da Polverari.

Una superba fontana di bronzo e di granito ornerà fra non molto il cortile di quello che è stato definito uno dei più moderni edifici scolastici italiani, il nuovo imponente palazzo del Liceo Scientifico. La fontana, come ci ha detto l’on. Ranaldi, presidente della Amministrazione provinciale che ci ha cortesemente fornito alcuni particolari sull’argomento, avrà dimensioni monumentali e simboleggerà l’era atomica. Si tratta di una vasca stellare a sei punte con sovrapposto un enorme blocco di bronzo (il solo bozzetto di gesso pesa venti quintali) richiamante la struttura dell’atomo. Il progetto è dello scultore De Laurentiis di Roma, che è risultato vincitore del concorso nazionale bandito dall’Amministrazione provinciale. L’opera completa degnamente il notevole complesso di “adminicula artis” che si è voluto conferire all’edificio per farne, secondo l’espressione dell’on. Ranaldi, più che un modello, un “monumento scolastico”. Già molti hanno potuto ammirare la grandiosa vetrata, che, per la lunghezza di dodici metri, sostituisce una delle pareti del pianterreno: la vetrata, opera pregevole anche sotto il profilo dell’esecuzione tecnica, riproduce un quadro del Lilli, che raffigura un ampio panorama della città e del porto di Ancona della fine del Medioevo. Di notevole interesse i dodici bassorilievi dello scultore Biancini di Faenza, sistemati sulla parete esterna della palestra: ognuno di essi rappresenta un mese dell’anno; i mesi sono divisi nelle quattro stagioni. Sulla parete di fondo della aula magna, infine, verrà posto un grande pannello di venti metri quadrati, in bassorilievo. L’esecuzione dell’opera è affidata alla scultrice marchigiana Giovanna Fiorenzi, il cui progetto è stato giudicato il migliore – fra i vari presentati nell’apposito concorso – a parere unanime della commissione giudicatrice.

(Il Resto del Carlino,13.7.60)

 

Il Liceo scientifico di Ancona, la cui prima pietra era stata posta il 24 settembre 1955,  fu la maggiore realizzazione nel campo dell’edilizia scolastica cittadina negli anni Cinquanta, un complesso che alle funzioni didattiche accompagnava una presenza di pregevoli opere d’arte, appositamente commissionate. Abbandonato da molti lustri per duplicarsi tra le colline, siti elettivi delle nuove scuole doriche, è ora oggetto di un restauro per ospitare provvisoriamente l’istituto Benincasa, la cui sede deve essere demolita e rifatta. E dopo? Riportarci un Liceo scientifico, manco a pensarci.
Diventerà sede di uffici?
O -soluzione jolly per edifici inutilizzati– un parcheggio? Sta di fatto che da decenni non c’è più una scuola media superiore al centro di Ancona, con un’evidente perdita nel rapporto dei giovani con la città.
Resiste (parzialmente) l’Istituto nautico, ma sono ricorrenti le proposte di trasformarlo in qualcos’altro: un museo, un parcheggio