Ciao, ci raccontate che cos’è l’Ambasciata dei Diritti Marche e che scopo ha?
Quando abbiamo immaginato di costituire l’Ambasciata dei Diritti abbiamo pensato ad uno spazio politico, sociale e fisico dove organizzare rivendicazioni e lotte per i diritti delle persone invisibili, dei migranti, dei poveri, dei discriminati. Il nostro non è un rifugio, non è un luogo di cura, il nostro è uno spazio dove l’autorganizzazione è una pratica di rivendicazione di diritti sociali, civili e del lavoro. Il nostro intervento è diretto anche a temi ambientali e al cambiamento climatico e partecipiamo attivamente alle battaglie per la chiusura della Raffineria Api di Falconara Marittima, abbiamo partecipato al Forum per l’acqua e al referendum per i beni comuni. Facciamo parte della rete dei Centri Sociali delle Marche, della redazione del portale Melting pot Europa e della rete dei porti dell’adriatico.
Da chi è formata?
Siamo militanti politici per l’autonomia e attivisti. Settimanalmente si tiene la riunione cui partecipano donne, uomini, referenti delle comunità migranti, richiedenti asilo e studenti. Collettivamente vengono stabilite attività, campagne e ci autoformiamo su vari temi.
Quali sono le attività e i progetti principali?
Abbiamo uno sportello informativo legale gratuito attivo grazie alla collaborazione con alcuni avvocati. Diamo assistenza ai richiedenti protezione internazionale anche aiutandoli nel capire come funzionano i servizi che devono ricevere dal Comune e dalla Regione per il loro status. Monitoriamo, tramite l’osservatorio Faro sul porto, il transito di migranti al porto di Ancona, uno dei porti della rotta dell’Adriatico per l’ingresso in Europa da paesi in guerra. Dal prossimo autunno riprenderemo i corsi di lingua per l’italiano e l’arabo. Da maggio ad ottobre, in collaborazione con lo Spazio autogestito la Cupa, abbiamo programmato la rassegna “Frontiere e Resistenze” dove sono previste proiezioni di film in collaborazione con il Cinema Italia, presentazioni di libri, cene multietniche, tutto organizzato per promuovere la coesione tra le comunità migranti che vivono ad Ancona. Il primo appuntamento sarà il 9 maggio con la proiezione del film The Milky Way alla presenza del regista Luigi D’Alife. Il 14 maggio in via Urbino 18 presentiamo il libro di Davide Grasso sulla costruzione dei muri di confine in Europa e non solo, il giorno seguente saremo alla Cupa con la carovana “Gaza free style” che partirà verso Gaza per portare materiale per l’autocostruzione di skateboard e bombolette per realizzare murales. Negli ultimi anni la battaglia che ci ha dato sicuramente maggiore soddisfazione è stata quella del diritto di residenza. Nel 2020 abbiamo portato davanti alla Corte Costituzionale il decreto immigrazione Salvini per il divieto di riconoscere la residenza a richiedenti asilo. La sentenza della Corte Costituzionale ci ha dato ragione abrogando quella parte della legge Salvini. Abbiamo organizzato manifestazioni, presidi, ingressi massicci all’anagrafe del Comune. Abbiamo vinto tutti insieme contro una legge ingiusta e discriminatoria.
Come agite in città e cosa vedete, con quali riscontri da parte delle istituzioni e delle persone comuni?
Vogliamo costruire partecipazione e conflittualità, per difendere diritti e conquistarne di nuovi. Le nostre iniziative vogliono sempre essere occasioni di incontro e scambio con le comunità di che vive nella città di Ancona e la sede di via Urbino è attraversata da migranti, richiedenti protezione internazionale, rifugiati e da tutte le persone che non si adattano al sistema economico e sociale basato su ricchezza e sfruttamento. Il rapporto con le istituzioni è spesso conflittuale perché pubblicamente denunciamo quello che non funziona nelle istituzioni, non ci interessa fare nessun percorso elettorale poiché siamo convinti che il cambiamento deve avere una spinta fuori dalle istituzioni.
Qual è la discrezionalità del Comune per quello che fate?
In questo periodo abbiamo segnalato ai servizi sociali del Comune molti casi di persone senza tetto che dormivano per strada, ma l’attivazione del piano freddo per l’aumento dei posti non risolve da solo la questione, serve un intervento a monte. Gli sfratti esecutivi in questo periodo post pandemia e di crisi economica sono tanti, al Comune arrivano tante segnalazioni, ma cosa sta facendo per risolvere il problema? Abbiamo segnalato che il Comune sta negando impropriamente l’idoneità alloggiativa degli appartamenti dove vivono persone straniere e che vogliono portare la propria famiglia ad Ancona.