Ciao Giorgio, ci racconti la storia di Yukers, di cosa vi occupate e quale passione ha scatenato poi tutto ciò che avete fatto in e per il territorio fino a oggi?
Ciao Tommaso e grazie per il tuo invito, Yukers è un’associazione che nasce da una scuola di Co-Design organizzato dallo YUC–Youth Urban Center di Ancona. Il gruppo iniziale si è conosciuto lavorando spalla a spalla sulle tematiche dell’abitare collaborativo arrivando, in breve tempo, a organizzare dei tavoli di lavoro con le istituzioni. Da questo slancio iniziale abbiamo capito che l’abitare è uno degli aspetti della vita che conduciamo e che è integrato agli aspetti sociali ed economici del territorio e delle comunità che lo abitano. Da questa consapevolezza abbiamo iniziato a parlare di Rigenerazione Urbana Sostenibile, occupandoci di processi partecipati, socialità, educazione. Ci siamo abituati a vivere una realtà sempre più “verticale”, in cui ogni processo è votato alla massima specializzazione per ottenere la massima efficienza, dalle persone che lavorano, dai prodotti che produciamo e anche dai territori. Se da un lato beneficiamo della massima ottimizzazione, questo vuol dire anche creare sistemi sempre più chiusi e specifici, che dialogano sempre meno e che quindi sono meno reattivi davanti al mutamento di fattori esterni. Negli ultimi 20 anni i cambiamenti dovuti ad aspetti economici, ambientali e sociali sono drasticamente aumentati, mettendo in crisi comunità, settori economici, territori e questo specifico modello di sviluppo. Ci dobbiamo dotare di strumenti che ci aiutino a riconoscere e guidare questi cambiamenti e governare le nostre scelte nella giusta direzione. Yukers si fa carico di questi aspetti lavorando con territori e comunità per aumentare la capacità di risposta nell’ottica di un mondo più equo e solidale.

Cosa desiderate per Ancona?
Ci piacerebbe che la città continuasse ad “aprirsi” diventando sempre più inclusiva e riducendo le disuguaglianze, non soltanto tra le persone, ma tra i diversi territori che la compongono.

Che risposta avete avuto dalle persone (nei progetti o in generale parlando delle vostre tematiche)?
La risposta è sempre molto positiva, tutte le persone sono oramai consapevoli che queste tematiche sono di attualità e cercano di aiutarci e sostenerci. Tutto questo ci fa molto piacere perché è l’indicatore che stiamo perseguendo la giusta strada.

Quali ostacoli avete incontrato nel proporre le vostre attività?
Purtroppo il cambiamento ci spaventa, ci costringe fuori dalla nostra zona di confort verso un qualcosa che non è certo. È il nostro istinto di conservazione, un aspetto della nostra natura che ci accompagna fin da quando vivevamo nelle caverne. Donare qualcosa, condividere con chi non conosciamo, aprirsi al nuovo ed apparentemente diverso, impegnarsi per il benessere degli altri e della comunità. Ci si preoccupa troppo di perdere i propri privilegi o di vedere minata la propria posizione. Sono questi gli “ostacoli” sui quali ci alleniamo costantemente, per saltarli con sempre maggiore margine e continuare verso un mondo, secondo noi migliore.